Anche oggi è stata una giornata talmente pieno di emozioni non so dove cominciare. Suppongo dall’inizio.
Sono arrivata a scuola per trovare Bunthy, che non dovrebbe essere lì alla mattina, bagnato come se fosse uscita dalla doccia fatto vestito che chiedeva disperatamente che io forse a casa sua per le 12. Abbiamo detto, calma, okay ed è andato via tutto contento. Io avevo paura che forse un altro invito a pranzo, Durante la pausa ho tirato fuori due piccoli aquiloni. Sanno la parola “kite” ma non avevano mai visto uno. Sono impazzite. Un ragazzo l’ha fatto volare subito in alto, un altro aveva problemi con due alberi di mango. Dovrò chiedere al mio amico Edo Borghetti esperto e partecipanti di gare mondiali d’aquiloni di passare di qui qualche giorno.
Abbiamo cominciato a dare via alcuni piccole regali che ho preso ieri. Ad una ragazza è toccato un orologio in modo che sa quando deve venire nel centro perché a casa non hanno un orologio.
Poi abbiamo allestito tavoli con prodotti igienici per i bambini non SAD. Saponette, dentifricio, spazzoli è da dente, taglia unghie, shampoo anti pidocchi, contenitori per acqua con tazza in modo che possano portare a casa acqua pulito da bere e targhette per i nomi, non sono solo io che non si ricorda i nomi dei bambini, poi sono così tanti. Tornati ai banchi aprivano i loro sacchetti per vedere cosa c’era. Un bambino mi diceva “teacher, teacher, two” voleva due spazzoli è da dente. Effettivamente avanzavano ma se cominci con uno poi devi dare agli altri. Allora, ridendo ho detto di no.
Bunthy è venuto a prenderci e sono partita insieme a Chanta. Faceva un caldo tremendo e attraversare tutti campi di riso e fare le stradine polverose era una cosa da veri agenti 6 e mezzo che siano. Bunthy abita veramente lontana dal centro.. Infatti ere amo invitati a pranzo: riso, manco a dirlo, pollo e delle seppie veramente squisiti. Da bere noce di cocco fresco dall’albero e a seguire pannocchie bollite dolcissime, e non c’erano mosche!
È strano essere ospiti e mangiare con un pubblico di tutta la famiglia, parentela e vicinato venuti a vedere questa straniera dei capelli bianchi. La mamma non faceva che ringraziarmi per l’orologio e vestite che ho preso per Bunthy, non avevamo una lingua in comune ma Chanta è rimasto sbalordito quando ho spiegato cosa avevo capito ed era tutto giusto. Quasi non mi faceva andare via,tenendomi le mani e accarezzando mi.
Abbiamo dovuto correre per tornare a scuola in orario con Theara (che non ha voluto mangiare ed è rimasta nascosta con una sua amica ed il muso) mi urlavano “mommy, mommy bicicletta” e dovevamo spostarci dal sentiero per fare passare orde di studenti che andavano alle scuole medie.
Siamo arrivati accaldati e sporchi. Ma tanto To ha preso la mia lezione mentre io stavo seduta con un ventaglio che ha creato molto curiosità. Un certo punto ho visto che i bambini si erano distratti e guardavano verso il cancello. Un piccolo ometto arrivava un po zoppicando ma da solo. Ho capito subito chi doveva essere e ho lasciato la lezione per andare a vedere. Infatti era Sochit, il bambino che era stato malato in Dicembre. Zoppica parecchio ma mi ha capito quando li ho parlato in inglese e li ho aiutato togliere la maglietta e pantaloni della Manchester United e anche le scarpe di ginnastica. Poi è andato via per raggiungere suo padre. Domani vanno a PP per un controllo e speriamo di avere buoni notizie.
Le lezioni sono continuati nella disperata tentazione di finire Wheels on the bus con la classe tre, più per Chanta che per i bambini.
Alle 16.30 i bambini si sono riunite per lavorare con Sokkea su un MIO progetto che spero piacerà a tutti. La buona riuscita è stato un po compromessa da troppi risate ma forse ci siamo.
Nel fra tempo io To e Jim ( non so se si scrive così, domani mi informo) stavamo togliendo tutta la plastica da due bicicletta, regali per una piccola che non ha la bici e l’altra c’è l’ha ma non c’è la fa a stare seduta su la sella talmente è grande. Abbiamo cercato di regalargli quando li altri bambini erano andate a casa. Ma avevano già capito tutto e stavano solo aspettando per vedere a chi venivano regalati. Risultato due bambine molto felice. Una è andata subito a casa, l’altra non ha resistito ed è rimasta e giocare su l’altalena.
Io sono corsa dal mio tuk-tuk che aspettava già da mezz’ora
Adesso in questo albergo il nostro centro è diventato famoso. Ora ci sono 36 studenti da Singapore che stanno facendo un stage insegnando al Don Bosco. Stamattina un loro tutor mi ha beccato alla prima colazione e mi ha chiesto di parlare con loro delle miei esperienze di volontario. Ho spiegato come è nato la scuola, cosa facciamo noi in Italia e cosa fa A Shade for Children qui. Ho parlato alpassionatamente e alla fine un grande applauso. Ma quando ho chiesto se avevano domande solo facce con lo sguardo vuoto, ma Asiatico comunque.
I tutor mi hanno ringraziati caldamente ed io sono tornata in camera con un ragazzo del reception. Si, perché per la terza volta in tre settimane ho chiuso la chiave in camera. Ridete, ma vuoi che mi seguite vediamo se non succede a vuoi è veramente facile.
Oggi una bambina mi ha chiesto “perché non sorride teacher?” Come dire che domani è il mio ultimo giorno. Anzi, vi lascio, vado a mettere delle fazzoletti nella borsa.
Jane Hartley
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