Bellissime notizie arrivate a notte fonda. Abbiamo già trovato uno sponsor SAD per la piccola SreyNeang. E abbiamo trovato anche una coppia di amici che le vogliono donare una bicicletta perchè possa andare a scuola e venire al nostro Centro. Lei abita a circa 2 km dalla scuola di Phnom Sorsea che rispetto a dove vive si trova circa 500 metri oltre il nostro Centro proprio nel mezzo del villaggio. E’ così che la nostra giornata parte con una visita al mercato di Kampot.
L’ultima volta che ero stato qui ero venuto di sera e, scoraggiato dalle condizioni igieniche e dai miasmi pestilenziali, mi ero proposto di non tornarci mai più. In realtà al mattino è molto meglio. Tutto è più pulito ed anche gli odori sono più gestibili. Ci sono, tra l’altro dei bellissimi banchetti che, come al solito vendono di tutto. Spettacolari quelli della frutta. Benchè mi dicano che è fuori stagione anche il re Durian fa bella mostra di sè sui banchetti. Per fortuna è chiuso, perchè notoriamente il Diurian è tanto buono (anche se a me non è che sia poi piaciuto così tanto quando ho avuto occasione di assaggiarlo) quanto puzzolente, tanto che su tutti i voli aerei è inserito come articolo non ammesso, al pari delle armi da taglio e delle armi da fuoco!!
L’acquisto della bicicletta lo facciamo dal nostro solito fornitore. Approfittiamo del nostro viaggio per portarla a destinazione. Facciamo anche gli acquisti dei regali per i piccoli Nita e Payu che la loro sponsor ci ha chiesto di consegnare.
Una volta arrivati al Centro abbiamo un nuovo piccolo aiutante. Il figlio del nostro tuk tuk driver vuola a tutti i costi trasportare la borsa nera con i regali per Nita e Payu.
Quando arriviamo ci aspettano già SreyNeang, con la nonnina che la accudisce e una vicina di casa. Ropercorriamo il racconto della sera precedente. SreyNeang non ha nemmeno il certificato di nascita. Ci penseremo noi a farlo fare. Comunichiamo che SreyNeang è accettata al nostro Centro. Sokkea suggerisce di farla fermare a mangiare al nostro Centro, visto che per tornare a casa passa proprio qui di fronte e quindi dovrebbe percorrere due km per tornare a casa a mangiare un boccone e altri due per ritornare. Assolutamente d’accordo. La bambina può venire quando vuole. E questo pomeriggio sarà già con noi per la gita alla spiaggia di Kep. Siamo davvero contenti di accoglierla. E’ un vero tesoro. Carinissima e timidissima, almeno per il momento, poi vi saprò dire la prossima volta che vengo qui.
Sul retro del nostro Centro, nel frattempo, tra una cosa e l’altra, sono partiti i lavori di pavimentazione di fronte ai bagni. Grazie all’amico Rito siamo riusciti a limitare i costi a circa 500 usd contro le richieste di circa 700 usd che ci erano pervenute dalle prime verifiche. Con i soldi risparmiati riusciremo comunque a fare una donazione alla persona del villaggio che avrebbe dovuto fare il lavoro, in modo che per lui rimanga comunque coperto il fabbisogno che aveva pensato di coprire con quello che avrebbe giadagnato (si tratta del papà di una delle nostre bambine) e al tempo stesso a noi rimangano altre risorse da destinare a investimenti addizionali che dobbiamo fare come comprare un computer nuovo per il Centro per Channa.
Ore 13 si parte. Sono arrivati i 3 tuk tuk lunghi che abbiamo prenotato per la gita alla spiaggia di Kep.
Lungo la strada i canti dei bambini mi ricordano le musiche khmer che ascoltavo quando Nhak era piccolo. Sono tutti motivetti che ho nelle orecchie ma che non riesco a cantare perchè non ho mai imparato il testo.
Quando arriviamo alla spiaggia, dopo l’appello e le istruzioni a tutti i bambini, via in acqua. Ognuno di noi si ritrova con 5, 6, 7 bambini aggrappati alle spalle, alle braccia e non c’è verso di scrollarseli di dosso. Si divertono come dei matti. Qualcuno ha un po’ paura quando andiamo nell’acqua un po’ più alta, dove non sentono più i piedi toccare la sabbia. Buon esercizio fisico. Un paio di settimane così e torniamo tutti in gran forma.
Breve pausa per un piccolo snack e una bevanda. I bambini ripongono bottigliette vuote e plastica nello scatolone che abbiamo indicato come raccolta rifiuti. Alcuni di loro addirittura vanno a prendere qualche carta rimasta in giro per la spiaggia. Se penso a come erano all’inizio del progetto (ovviamente non era colpa loro, ma nessuno li aveva abituati a non buttare per terra qualsiasi cosa) devo dire che sono proprio orgoglioso di loro e anche di noi che nel nostro piccolo anche in queste cose stiamo contribuendo alla loro educazione.
Poi ancora in acqua per il rush finale. Siamo arrivati verso le 14, dopo circa 20-25 minuti di tuk tuk, e la ripartenza è prevista per le 15.30-16 al massimo, quindi bisogna darci dentro per approfittare al meglio della giornata. Ci stiamo divertendo tutti come matti.
Alle 15.45 si riparte e dopo una gara tra tuk tuk con sorpassi e contro sorpassi lungo la strada che va verso Kampot, ognuno accompagnato dal grido stile ola calcistica dei bambini, si ritorna alla base.
Sokkea lava tutti con la canna dell’acqua. I bambini si tuffano sotto l’acqua pulita ma quasi gelida. Qualcuno trema e balbetta per il freddo e allora li portiamo nella zona dove il sole scalda ancora ad asciugarsi.
Non hanno ancora esaurito le energie (loro) e molti giocano ancora rincorrendosi e facendo rotolare i pneumatici che sono nel cortile del Centro. Quando tutti sono più o meno asciutti è ora di andare anche per noi per una nuova home visits. Non ho visto dove è la piccola SreyNeang. Di sicuro la ritroveremo domani. Sokkea mi dice che si è avviata verso casa con Makara e Tola.
Un’altra breve occhiata a come progrediscono i lavori sul retro. Dovrebbe essere tutto a posto nel giro di qualche giorno.
Ultimo appuntamento della giornata. Channa è andata a casa a cambiarsi e ritorna con la sua piccola meraviglia in braccio. Andiamo alla casa di Finin a portare un sacco di riso. La sua e quella della nonna, con cui vive, è una storia davvero difficile. Il papà di Finin, figlio della nonna che adesso lo accudisce, qualche anno fa ha ucciso il padre (il marito della nonna) ed è finito in prigione per 8 anni. Durante il periodo di prigione del marito la mamma di Finin ha avuto una relazione con un altro uomo, già sposato con figli, e da lui ha avuto la sorella di Finin (che ora vive con lui e la nonna). Quando la mamma è mancata qualche anno fa, il nuovo compagno ha abbandonato Finin e la sorella per tornare con la propria famiglia. Il papà di Finin, uscito di prigione non si è più fatto vivo per supportare la madre e suo figlio. Adesso la nonna si arrangia con piccoli lavoretti per dare da mangiare ai due bambini e quando proprio non ce la fa e non ha cibo a sufficienza chiede all’ex compagno della mamma di Finin di portare con sè la sorellina per consentirle di avere cibo a sufficienza. Ascolto questa storia a occhi sbarrati. E si che l’avevo letta quando ho inviato al suo sponsor il profilo. Ma toccare con mano queste situazioni e vedere le lacrime della nonna (52 anni, più giovane di me) mi spacca il cuore. Lasciamo il sacco di riso donato dalla sponsor di Finin, Fernanda. Grazie a Dio ce ne sarà un altro più avanti sempre grazie al gran cuore dello sponsor. Da soli non ce la faremmo proprio a fare tutto questo. Un abbraccio a Finin. Le mani della nonna tra le mie. Ria plia. Arrivederci. Che tristezza ragazzi. Ma è mai possibile vedere queste situazioni? Queste cose ti spaccano davvero in due.
La nostra giornata non è ancora finita. Questa volta abbiamo appuntamento per una cosa più allegra. La consegna dei regali della sponsor Giusy a Payu e Nita.
A casa c’è tutta la famiglia tranne Payu che è ancora nella risaia a vedere la piccola mietitrebbia che sta raccogliendo il riso nei campi vicini. Nita ha felicità per tutti. Quando vede i suoi regali inizia a correre in tondo come una matta. E’ una gioia vederla così. Non sta più letteralmente nella pelle. Un abbraccio e un bacino. Corre qua e là con il suo costumino da Superman ed è veramente buffa nella sua irrefrenabile allegria.
la famiglia, per ringraziarci, si toglie praticamente il cibo di bocca e ci regala un gamberone, una canocchia e un piccolo granchio pescati oggi e appena tolti dalla pentola. Vorrei dire di no. Ma Sokkea mi fa capire che non è il caso.
Un saluto è un abbraccio a tutta la famiglia. Gamberone, canocchia e granchio verranno con noi al ristorante.
Cambodia or bust……… with shrimp and crab.